Autori vividi.

Leggendo trovo parole profumate tra le pagine.

E le colgo e ne faccio mazzi di striscianti sensazioni

e collane che s’impigliano, che decorano il risveglio.

 

Ci sono vite semplici che vorticosamente ruotano

frenetiche, che lasciano al cuore un battito in più

per potersi stringere ogni volta

attorno all’emozione del respiro.

 

E siete vividi, autori, così lividi e schiaffeggianti

tra le righe d’un sonetto, deliranti tra suoni d’un racconto.

V’aspetto al primo sorriso del sole

v’aspetto per ubriacarmi di frammenti.

Non mi sento più sola, non mi sento più vuota.

D’ogni fremito, mi dite il nome,

d’ogni timore la soluzione.

 

 

Mille in uno

Dimmi il nome, ti dico il suono
pensai alla sua musica partendo dal volto.

Dimmi la corda, ti dico nota e dito,
nella strada verso casa trovai amore, scelsi vita.

Dimmi quale mare, m’hai dato anche la fonte
Chè l’essenza si nasconde in mille variegate essenze

Ed io che non son me,
Non sono solo il nome, o la mia forma.

Sono il colore degli occhi che camminano
al cospetto del mio giorno,
i miei tramonti, e la grazia
dell’amore di mia madre,
l’ardente senso protettivo di mio padre.

Non sono solamente I miei capelli di carbone
Che s’abbracciano col vento,
Ma coloro che me l’hanno lavorati In una treccia.

Dimmi il colore, Ho pensato alle sue iridi,
celesti come il mare giovane alla riva,
profonde come l’universo.